My Tuareg Rallye 2013
Credo che avere la possibilità di fare una competizione nel deserto debba essere inserito nella carta dei diritti dell’uomo.
Credo che ogni persona amante della moto, della natura, degli ampi spazi, del mettersi in gioco debba avere la possibilità di provarci.
Il Tuareg Rallye è stato sopra le mie aspettative: tante ore di moto con tantissima navigazione. Terreni variegati dalle più alte Dune di Nefta, ai piattoni del Chott, dall’Enduro delle montagne al Fesh-fesh bianco a pochi km da Douz.
La sfida più grande, oltre la fatica fisica è stata controllare la testa. Roadbook con note spesso molto lunghe e tanti chilometri di fuori pista cercando di tenere il CAP giusto, guardarsi attorno alla ricerca di uno Oued (secco) che viene segnato come riferimento per buttarcisi dentro e risalire.
Ho avuto l’enorme privilegio di fare un giorno quasi 70km in completa solitudine. Ad un certo punto, in lontananza ho visto un puntino che “fumava” (alzava polvere, ndr) e preso come riferimento accelerare il passo medio e dire ti-prendo-ti-prendo-ti-prendo. Quasi 20minuti per agguantarlo. Un ragazzo Californiano con il quale poi abbiamo finito la tappa assieme…
Questa è una ma ci sarebbero mille aneddoti.
I momenti di stanchezza in cui imprechi, vai a scorrere il roadbook per sapere quando esci dal merdone e inizi a preccuparti. I momenti in cui combini una cavolata via l’altra e ti affatichi in un niente. Ma poi basta qualche km in cui tutto fila liscio e le energie chissà da dove ritornano e tutto cambia.
Un mix di emozioni esaltante.
Era la mia prima gara nel deserto, e l’ho corsa da sola. Nessun maritocompagnocuginoamico che mi scortasse e questa è la soddisfazione maggiore.
Purtroppo alla penultima tappa con il vento in poppa e km e km di fesh fesh la moto ha iniziato a bollire. Ogni tot minuti mi giravo di 180° lasciavo il radiatore al vento e poi ripartivo, ma in pochi km ho avuto sempre meno potenza fin quando spenta la moto su una duna non è più ripartita.
Questo mi è costato 19h di forfettaria per il camion balaise, e soprattutto la paura di non riuscire a finire il Rally.
Per fortuna il non-regolamento non vietava di spostare i numeri gara su un’altra moto e concludere. E così son riuscita a partire per l’ultima tappa con il vecchio EXC450 del 2002 di Davide. Senza strumentazione, ne nulla.
Ma chissenefrega. DOVEVO finirlo questo Rally e così è stato.
Come grande soddisfazione mi porto a casa anche un 11° posto di tappa, nella tappa dei 330km di speciale. Un giorno in cui ero partita con lo spirito giusto “la tappa è lunga, non tirare, sii regolare e non fare errori”.
Ora ho capito che l’importante è fare quello…. Me lo dicevano in tanti, ma fin quando non ci sei dentro non lo puoi capire.
CREDERCI SEMPRE, ARRENDERSI MAI.
Devo ringraziare una marea di persone che mi son state vicine. GRAZIE.
Ci speravo, ma non credevo che sarebbe toccato a me.